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Il Comune di Nuxis si trova nella parte sud-occidentale della Sardegna, ha un’estensione di 60,81 kmq, conta 1.848 abitanti e si trova a 194 m s.l.m. Comprende la frazione di Acquacadda. Il centro è racchiuso da due corsi d’acqua esi presenta polinucleare.

Nel territorio sono presenti due miniere molto importanti, Monte Tamare e Truba Niedda, dalle quali si estraggono molti minerali come: scheelite, arsenopirite, calcite, quarzo, galena, graniti e tanti altri.

Molto interessante la chiesa bizantina di S. Elia di Tattino, che si trova sulla strada per Santadi, a 4 km dal paese. Nei pressi si trova anche un pozzo sacro e alcuni nuraghi, testimonianza della dominazione del luogo in età nuragica. È stato rinvenuto anche un signaculum in bronzo del periodo romano. Intorno al mille il nome del paese era Nugis o Nughes. Dopo il mille subì un importante corrente abitativa, grazie alla presenza dei monaci benedettini. A seguito della dominazione Aragonese prese il nome attuale, Nuxis, intorno al 1300. Successivamente il centro si spopolò a causa delle invasioni barbariche. Solo nel 1492 Nuxis si ripopolò lievemente, dopo essere stato concesso in feudo alla famiglia d’Argall dei Gessa. Nuxis divenne, nel ‘700, dimora stabile per molti e uno dei più importanti boddeus del Sulcis. I boddeus erano delle case agricole e pastorali in piena campagna, molto modeste, che si erano sviluppate soprattutto nel Sulcis Iglesiente. In queste case gli agricoltori vi restavano sino alla raccolta dei campi e i pastori sino alla stagionatura dei formaggi. Poco dopo nei boddeus si trasferirono intere famiglie e si costituirono i furriadroxius. Nel 1839 contava 1.036 abitanti. Nel 1853 divenne frazione di Santadi. Dal 1958 è comune autonomo.

Il paese continua a fondare la sua economia sull’agricoltura e sull’allevamento.

La manifestazione religiosa più importante è in onore del patrono S. Pietro che si festeggia a fine giugno. Altra festa degna di nota è quella in onore di S. Elia di Tattino, che si festeggia a maggio, nella chiesetta campestre, con riti religiosi e civili.

La cucina locale è apprezzata per la selvaggina, il pane di grano duro, gli ortaggi, il formaggio e i dolci, uno dei più tipici è l’amaretto. Squisito il vino.

 

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