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Comune di Masullas nella Marmilla in Provincia di Oristano Sardegna

Piccolo abitato agricolo della Marmilla a sud del Monte Arci, conta circa 1300 abitanti.

Posto a 129 metri di altitudine, si estende per una superficie di 13,8 km2 e le attività lavorative prevalenti sono l'agricoltura, la pastorizia e la coltivazione dei vigneti.

È molto probabile che il nome Masullas abbia una derivazione analoga a quella del vocabolo italiano "fanciullo". Questo, infatti proviene dal latino medioevale "fantullus", piccolo fante o piccolo uomo; così Masullas deriverebbe dal latino Mansiullae o Mansiucolae: piccole abitazioni.

Nel medioevo "Masulla" apparteneva alla curatoria di Parte Montis e alla diocesi di Ales: il clero ha avuto sempre una grande importanza nella sua storia, anche per la presenza dei frati Cappuccini.

Nelle viuzze del paese è ancora possibile ammirare alcuni esempi di architettura civile.

Chiesa di S.Leonardo

La chiesa, situata nell’abitato, è stata edificata nella prima metà del XII secolo in blocchi di arenaria tufacea. Non si hanno notizie sulla fabbrica romanica, ascrivibile comunque alla metà del XIII secolo. Realizzata con impianto a navata unica e ampia abside, presenta una facciata a spioventi con campanile a vela.

Durante il restauro del 1977 venne alla luce il tracciato della fondazione di una preesistente aula mononavata, sulla quale venne edificata la chiesa romanica, rispettandone l'asse longitudinale e l'abside a nord-est.

I due prospetti principali sono in conci di arenaria e trachite di media pezzatura, i fianchi in pietrame misto. La facciata è bipartita dal rincasso di una finta loggia, delimitata da archetti a doppia ghiera (internamente semicircolare ed esternamente ogivale), e da una scarpa che si interrompe in corrispondenza delle due semicolonne.

Sopra la finta loggia si apre una bifora, in asse con il portale architravato e lunettato. In ogni fianco si trova una monofora strombata verso l'esterno, come quella absidale che nella centina ha una protome antropomorfa.

Chiesa della Madonna delle Grazie

Risalente al XVI secolo, nel periodo barocco venne sottoposta al rifacimento della facciata che venne ricostruita in pietra.

La chiesa parrocchiale è anche la più antica del paese: al suo interno si possono ammirare un’icona del pittore Mattia Canopia e un quadro di Giovanni Battista Sitzia detto "Marracciu".

Sono inoltre visibili interessanti motivi decorativi gotico-spagnoli.

Il campanile è caratterizzato dalla presenza di due piccole aperture poste in asse con la porta d’accesso alla torre: quella situata più in basso ha forma di croce, quella superiore ha invece forma di stella.

Originariamente dedicata a S.Sebastiano, oggi è intitolata alla Vergine delle Grazie.

Ex Convento dei Cappuccini e chiesa di S.Francesco

La chiesa di San Francesco è attigua al convento dei Cappuccini, risalente al secolo XVIII. Il convento è stato restaurato di recente per allestirvi un museo di prossima apertura, nel quale verranno raccolte le testimonianze archeologiche che appartengono al paese e ai centri vicini.

L’edificio, situato all’estrema periferia dell’abitato, ha conservato la sua ampia chiesa voltata a botte, con due cappelle a crociera semplice sul fianco sinistro.

La parete di fondo del presbiterio è dominata dal quadro della Deposizione, al di sotto del quale troviamo il bellissimo tabernacolo settecentesco ligneo a tempietto, raffinato lavoro di intaglio a intarsio.

In attesa della loro sistemazione nel museo, numerose statue di grande valore artistico sono state sistemate nelle cappelle della chiesa.

 

Chiesa di Santa Lucia

Poco distante dalla parrocchiale si trova la piccola chiesa di Santa Lucia, caratterizzata dalla particolarità di essere stata costruita lungo un pendio, il che ha richiesto l’utilizzo di una serie di contrafforti per dare maggiore stabilità alla struttura.

Nella chiesetta, a navata unica e copertura lignea, si può rilevare una fase medievale nella finestra con sguancio posta sul lato sinistro.

Un campanile a vela si trova al centro del terminale a spioventi, in asse con il portale con l’arco a tutto sesto (come quello del lato destro).

All’interno è custodita una statua settecentesca della Santa.

Esposizione di minerali e fossili “Stefano Incani”

Collezione di 5.000 campioni di fossili e minerali, conservata in un edificio in via P. Melis. Sia i fossili che i minerali sono risalenti al periodo che va dal Cambriano all’Olocene e sono per lo più di origine sarda.

 

Indicazioni Stradali
     

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