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Miniera di Nebida a Iglesias nel Sulcis Iglesiente, sud Sardegna

Scheda Tecnica

Comune: Iglesias

Regione: Iglesiente

Estrazioni minerali principali: piombo e zinco

Altimetria media: 70 - 150 metri

Proprietà: pubblica


Itinerario: per raggiungere il villaggio minerario di Nebida si può percorrere la strada che da Iglesias porta a Carbonia, dopo circa 8 km si svolta a destra per Nebida, costeggiando la spiaggia di Fontanamare. Dopo 6 km si giunge al paese. Si consiglia di munirsi di carta topografica per essere aggiornati e arrivare con sicurezza al villaggio minerario.

Il villaggio minerario: i fulcri dell’abitato minerario sono rappresentati dalla piazza, dal circolo dei lavoratori, dall’infermeria e dagli edifici dei dirigenti. Si notano graziose e basse costruzione e un piccola chiesa in rilievo rispetto al resto dell’abitato. I cantieri di lavoro si trovano sulla montagna. Si può ammirare la bella laveria Lamarmora che si affaccia sul mare, con i grandi archi in pietra, eretta nella seconda metà dell’800.

Il percorso storico della miniera: come per le altre miniere del Salto Gessa, l’attività estrattiva di Nebida iniziò in tempi assai remoti con l’individuazione di diversi bacini argentiferi. I primi lavori importanti dal punto di vista minerario sorsero, però intorno alla seconda metà dell’800. L’8 giugno 1865 ottenne il controllo della miniera del piombo Prospero Christin, che fece grandi opere, soprattutto fece costruire un’importante fonderia nella spiaggia di Fontanamare. Nel 1873 si ottenne il permesso di coltivazione anche per altri minerali, il bacino cominciava così a produrre di più. Nel 1881 fu costruito un pozzo speciale per raccogliere l’acqua del mare, nel frattempo iniziava a sorgere un piccolo villaggio di basse casette. Nel 1895 i diritti sulla miniera passarono direttamente sotto il controllo della Società Anonima di Nebida. I lavori continuavano a ritmi soddisfacenti, l’unico problema cui la miniera dovette far fronte fu quello dell’infiltrazione delle acque. Nel 1897 fu ultimata la grande ed efficiente laveria Lamarmora. I lavori proseguivano a pieno ritmo, tant’è che fu ampliato il villaggio e modificati i macchinari e gli impianti per una migliore attività estrattiva. I primi segni di crisi si avvertirono durante il primo conflitto mondiale, i costi della produzione risultavano troppo elevati per i guadagni e molti operai furono costretti ad abbandonare la miniera per il fronte. Solo negli anni Venti si verificò una netta ripresa. Durante il secondo conflitto, la miniera passò un altro periodo di crisi, intanto il suo controllo fu assunto dall’AMMI, che creò un efficiente impianto di flottazione. Solo nel 1947 ripresero a lavorare a pieno ritmo tutti i cantieri e l’attività estrattiva riprendeva la produzione di piombo.

Un fatto molto positivo, in quegli anni, per la miniera, fu l’arrivo dell’energia elettrica che permetteva ritmi di lavori più veloci. Il giacimento fu concesso, poco dopo, alla Società Anonima Piombo e Zinco. Nel 1968 si creò il grande e importante cantiere Alice, ricco di minerali ossidati, che portò la miniera di Nebida ad un grande livello produttivo. Grazie alla galleria Ornella i minerali estratti venivano poi trasportati alle vicine miniere di Masua e di Acquaresi. Successivamente si verificò una crisi del livello produttivo che portò a tanti licenziamenti e quindi a un calo della popolazione e una vera e propria crisi a livello economico.

Nessuna iniziativa riuscì a far fronte alla crisi, ormai la miniera era costretta a chiudere i battenti e a cessare l’intera attività estrattiva. I tanti minatori che avevano perso di colpo il lavoro erano ora costretti a recarsi al Polo Industriale di Porto Vesme.

La bella laveria, la palazzina degli uffici tecnici e amministrativi col piccolo villaggio minerario fanno di Nebida un angolo davvero interessante e suggestivo. Imponenti i ruderi, bellissimo il paesaggio, selvaggia la costa.

 

Indicazioni Stradali
     

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