Comune di Escalaplano nel Sarcidano in Sardegna
Il Comune di Escalaplano, con la nascita in Sardegna delle nuove province, ha scelto di passare da quella di Nuoro a quella di Cagliari; il suo territorio si estende su una superficie di 9388 ettari ed ha una popolazione, al censimento del 2001, di 2532 abitanti.
Il paese sorge a 338 metri di altitudine e il suo territorio si sviluppa tra le valli del Flumendosa (confine con Esterzili fino a Funtana de Tremini) e del Flumineddu (confine con l'isola amministrativa di Seui); questi corsi d'acqua, un tempo impetuosi ed abbondanti, ai giorni nostri hanno visto la loro portata notevolmente ridotta dalle dighe realizzate più a monte.
La presenza dei corsi d'acqua ha sicuramente favorito lo stanziamento dell'uomo in queste terre fin dall'epoca preistorica: troviamo, infatti, diverse domus de janas (località Fossada e Pedru Euzei), nuraghi (Ammuai, Fumia e Pedru Euzei) e templi nuragici a pozzo.
Le origini del centro abitato di Escalaplano sono però molto più recenti, probabilmente intorno al XIV secolo, periodo a cui risale il primo documento scritto che ne faccia menzione, il Repartimientos de Mallorca, de Valencia j de Cerdeňa compilato dagli aragonesi nel 1358: in questo documento, che costituiva il ruolo delle tasse ed imposte di quel periodo, si dice che Escalaplano era un paese nuovo, fuori dalla giurisdizione delle antiche curatorie, non ancora assoggettato a tasse ed imposte.
Proprio da questo documento deriva il nome attuale del borgo, posto lungo la naturale via d'accesso all'altopiano (Su Pranu) e quindi denominato dal censore Villanova de Scala de Pla, che nacque in sostanza già assoggettato al controllo di don Giovanni Carroz: secondo alcuni storici i primi abitanti sarebbero stati superstiti o discendenti delle truppe sconfitte da Pisa che militarono con Giovanni Visconti; successivamente il paese seguì le sorti delle altre ville, appartenendo al Ducato di Mandas.
Ad Escalaplano troviamo la chiesa parrocchiale di San Sebastiano, edificata intorno al '500 in stile aragonese e modificata diverse volte nel corso dei secoli: la struttura attuale risale presumibilmente ai lavori eseguiti dal 1614 al 1623, che hanno preservato la facciata originale caratterizzata dal grande rosone aragonese intarsiato; verso la fine del 1700 vennero aggiunti il campanile in pietra lavorata a vista ed il nuovo pulpito in marmo. Altri edifici sacri da vedere sono la chiesetta campestre di San Giovanni Battista, edificata utilizzando pietra arenaria, e l'antica chiesa di Sant'Antonio.
L'economia del territorio è caratterizzata dalla produzione di cereali, sughero e dalla pastorizia; sono presenti inoltre alcune attività del settore dell'industria e dei servizi.