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Comune di Iglesias nel Sulcis Iglesiente

Graziosa e vivace cittadina situata ai piedi del Marganai, Iglesias conta 31.153 abitanti distribuiti su una superficie di 207,63 kmq; il centro abitato si trova a 176 m di altitudine e comprende numerose frazioni, come Barega, Bindua, Campo Pisano, Corongiu, Monte Agruxiau, Nebida - Masua, San Benedetto, S. Giovanni Miniera e Tanì.

Miniere, montagne, laghi, splendide grotte marine e i segni di una profonda civiltà fanno di Iglesias uno dei più importanti centri di origine medievale della Sardegna, che racchiude il fascino dell’antico e del moderno, del mondo del lavoro, della cristianità, in un preziosa miscela che rende questa città unica nel suo genere. Qui si trovano, infatti, alcuni tra i più affascinanti scorci turistici e ambientali della provincia, oltre che un vasto patrimonio culturale, messo in evidenza anche dalla ricca presenza di chiese risalenti quasi tutte al 1300. Di suggestivo interesse è il centro storico racchiuso, come uno scrigno, da mura e torri pisane.

A due passi dalla città si trovano le miniere, che rappresentano il più importante e affascinante complesso minerario d’Europa con i vecchi pozzi e le montagne rosse. Qui si racchiude la storia di una civiltà che va dal Neolitico, ai Fenici, sino ai giorni nostri.

Percorrendo la strada delle miniere si raggiunge la splendida costa iglesiente tra Cala Domestica, Masua e Nebida. I faraglioni si infrangono su un mare incantevole e rendono questo angolo uno dei più esclusivi di tutto il Mediterraneo.

La storia di Iglesias è legata, sin dai tempi antichi, allo sfruttamento delle miniere da parte dei Fenici, dei Punici e dei Romani. Dopo la caduta dell’impero romano la città cadde in una profonda crisi. Tornò a fiorire molti anni dopo col nome di Villa di Chiesa durante il dominio di Pisa, che divenne dopo Cagliari la città più importante dell’area meridionale della Sardegna. L’origine di questo nome è legata alle numerose chiese che sorsero intorno al 1300 nella città. Il periodo di maggior splendore avvenne sotto i Donoratico. Sotto il conte Ugolino della Gherardesca la città fu dotata di fortificazioni, di pregevoli costruzioni e di eleganti chiese. Venne istituito uno statuto, il Breve di Villa, dove erano previsti interventi sociali per i lavoratori delle miniere. Nel 1324 la città passò agli aragonesi, ma tra questi ultimi e i sardi si susseguirono numerose lotte. Nella seconda metà del ‘300 cadde nelle mani del conte Quirra e solo nel 1450 Villa di Chiesa tornò a essere libera. Nel 1514 la diocesi di Sulci si trasferì a Iglesias, il nuovo nome della città di Villa di Chiesa, e perse un vescovo proprio. Nel 1648 fu unita alla diocesi di Cagliari. Un secolo più tardi divenne autonoma. Nel periodo Iglesias era sostenuta anche dall’attività agricola. La grave pestilenza del 1652 e la profonda carestia del 1680 causarono conseguenze drammatiche alla cittadina, che si riprese soltanto nella seconda metà del ‘700, sotto il dominio piemontese. I piemontesi riportarono in vita l’attività mineraria, anche se per poco tempo, infatti nei primi decenni dell’800 le miniere vennero richiuse. Nel 1850 nasce la società Monteponi. Una spinta molto importante fu data da Carlo Baudi di Vesme che si interessò all’attività mineraria e allo sviluppo sociale. Mentre la città toccava un profondo benessere, le condizioni economiche dei minatori restavano critiche. E rimasero tali per tanti anni, ci furono numerose episodi di violenza, in particolare nei primi anni del ‘900. Nel 1920 sette minatori caddero e ventuno rimasero feriti in uno scontro con le guardie regie. Successivamente la città fu sede di continue lotte tra fascisti e antifascisti.

Il territorio conserva un notevole patrimonio boschivo e botanico. La città e il territorio offrono importanti edifici e monumenti che vanno a far parte di un ricco patrimonio culturale. Di grande interesse è il Castello di Salvaterra, costruito nel XIII secolo. A difesa dei centri minerari di Nebida e Masua è situata la torre di Caladomestica, costruita su un colle. Le mura pisane, costruite anch’esse nel XIII secolo come sistema difensivo. E le numerose e bellissime chiese della città.

La tradizione religiosa più importante è rappresentata dalla Settimana Santa che prevede numerose processioni. Le altre manifestazioni religiose sono celebrate a maggio e a ottobre a Buoncammino. Importante la festa di S. Barbara che si festeggia il 12, 13 e 14 agosto a Nebida e prevede una lunga processione di minatori. Il 13 agosto viene organizzato il Corteo Medievale, una manifestazione che nasce nel 1995, trae origine dalla dominazione pisana e vi partecipano, oltre ai cittadini di Iglesias, anche numerosi gruppi storici provenienti da diverse regioni dell’Italia. In autunno vengono organizzate bellissime mostre d’arte, premi per il giornalismo e la letteratura e mostre d’argento, mentre a luglio si ammira una bellissima mostra d’artigianato sardo.

L’artigianato iglesiente è abbastanza fiorente e vanta antiche tradizioni; le produzioni più importanti riguardano l’argento, il ferro, il sughero e il legno. Interessanti i modelli dei costumi tradizionali.

La cultura gastronomica comprende piatti tradizionali, ma soprattutto specialità a base di carne, come: l’agnello da latte con la fregola, l’agnello con uova e limone, le scaloppine, l’arrosto. Iglesias è famosa per il gustoso pane e gli ottimi dolci. Importante anche la produzione del vino.

 

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