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Comune di Gonnosnò nella Marmilla in Provincia di Oristano Sardegna

Paese di circa 1000 abitanti adagiato su una piccola sella ad ovest della Giara di Gesturi, segna il confine sud-orientale dell'Alta Marmilla con davanti le colline marnose.

A Gonnosnò appartiene il versante dell'altopiano che va da Scala Pomposa sino a Bruncu Suergiu, dominato proprio nel mezzo dallo scenografico nuraghe Nieddu, posto a 500 m di altezza.

Il centro storico del paese è caratterizzato da antiche abitazioni edificate in spezzoni di pietra e da magnifici portali.

Durante il Giudicato di Arborea fece parte della Curatoria di Parte Usellus e della omonima diocesi, per passare poi, dopo la soppressione di questa, in quella di Ales. Come altri centri della zona passò sotto il dominio dei Carroz di Quirra, quindi dei Centelles e degli Osorio.

Nel 1678, per la prima volta in Sardegna, nasce qui il Monte Frumentario con la funzione di combattere l’usura.

Chiesa di Sant’Elena

La chiesa parrocchiale è ricca di arredi in pietra, tra i quali spiccano il fonte battesimale a sezione esagonale, con formelle figurate in vari modi, e alcuni stemmi risalenti al ‘600.

Anche l’altare maggiore è in pietra e risale al ‘700, anche se nel 1875 subì molte modifiche.

L’interessantissimo campanile (alto 28 metri) posto alla sinistra della chiesa risale al 1645 ma fù più volte restaurato nel corso del ‘700 e dell’800.

 

Chiesa di Santa Maria (Figu)

La bella chiesa di Santa Maria si trova nella frazione di Figu, il cui nome deriva chiaramente dall'abbondanza del saporito albero da frutto.

Rimaneggiata da numerosi restauri che le hanno tolto l’antica fisionomia, è a navata unica con copertura lignea.

Presso il piccolo presbiterio sulla destra si trova un architrave in pietra con un’iscrizione molto rovinata, ornata con motivi vegetali stilizzati che ritroviamo anche in una lastra sull’ingresso di sinistra. Al lato destro della facciata si addossa un campanile a vela a duplice arcata, poggiante su conci di dimensioni tali da far pensare che inizialmente lo si volesse erigere di dimensioni molto più grandi.

Tombe dei giganti di Is Lapideddas

Queste cinque tombe, recentemente scavate dagli archeologi, rappresentano una delle poche testimonianze del genere nell'Alta Marmilla. Situate su una collinetta, sono in parte scavate in un bancone di marna dal quale sono state estratte le lastre adoperate per la costruzione della parte superiore dei monumenti funerari. Molto ben conservata è la sepoltura situata più in alto, mentre quella vicino all'ingresso del complesso funerario lascia intravedere dimensioni imponenti ma è purtroppo rovinata.

Pozzo sacro di San Salvatore

Interessantissimo esempio di tempio a pozzo sede del culto pagano delle acque, il cui utilizzo è continuato anche nei secoli successivi alla sua costruzione. Ciò è testimoniato dalla mescolanza del culto cristiano del Salvatore a quello dell'acqua.

Il pozzo, scavato nelle marne, è rivestito in lastroni di pietra che conducono al fondo, dove si trova l'acqua: essa è tanto limpida da riflettere le pietre della volta.

 

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